7e giornata
28 Ottobre 1979
"Domenica 28 ottobre 1979, sono passati 32 anni da quel pomeriggio che in qualche modo ha segnato un'epoca, una generazione (e non solo). Io, all'epoca quindicenne, mi apprestavo -abitando lontano da Milano- a seguire per radio il derby di San Siro tra il mio Milan, campione d'Italia in carica, e l'Inter, fremendo per l'attesa.
Contemporanamente, a Roma, si sarebbe giocato Roma-Lazio, il derby Capitolino. Quello era un periodo in cui le rivalità calcistiche e campanilistiche si fondevano, o si confondevano, con le rivalità di piazza, molte situazioni risultavano essere esacerbate da un clima particolare che si respirava in quegli anni, e lo stadio non faceva certo eccezione, anzi ...
D'altronde noi italiani siamo sempre stati un popolo diviso a metà, guelfi e ghibellini, rossi o neri, Coppi o Bartali, Mazzola o Rivera, Milan o Inter, fa parte della nostra storia, del nostro modo di essere ... Spesso allo stadio si andava armati (non solo di un' incrollabile fede calcistica, ma anche di qualcosa di più pesante ..). E i 2 derby in questione erano appunto stati -prima dell'inizio delle partite- teatro di scontri tra le opposte tifoserie, a Milano vennero sequestrati anche bastoni, molotov, estintori ed una pistola lanciarazzi, con un arresto e qualche fermo. Era, quella, una giornata cupa, nuvolosa, un po' su tutta l'Italia, quasi come fosse un presagio ... Sintonizzatomi su "Tutto il calcio minuto per minuto", ricordo che il primo collegamento, prima dell'inizio delle partite, fu appunto dallo Stadio Olimpico di Roma, e Claudio Ferretti, con voce sommessa, raccontava l'accaduto: poco prima, un tifoso biancazzurro di 33 anni, Vincenzo Paparelli, sistemato in Curva Nord assieme alla moglie Wanda in attesa di assistere all'incontro, fu centrato in pieno volto da un razzo lanciato dalla curva opposta, la Curva Sud romanista, per mano di Giovanni Fiorillo, detto "Zigano", un ultrà giallorosso di 18 anni.
Ricordo le notizie susseguirsi in modo frammentario, quasi confuso, finchè non arrivò purtroppo la conferma del decesso del povero Vincenzo. Da qui in poi, l'aspetto sportivo di quel giorno fu, per me come per moltissimi altri, credo, letteralmente cancellato, e quasi non riuscii a seguire l'evolversi degli incontri, talmente rimasi colpito ... Il derby romano si giocò comunque (nonostante dalla Curva laziale arrivassero a piu' riprese segnali contrari), ma non fu partita vera, e anche a San Siro, giunto l'eco di quanto accaduto, si viveva un clima particolare. A tutto questo ne coseguì la quasi disperata latitanza di Fiorillo (il quale tentò poi in tutti i modi di chiedere scusa alla famiglia Paparelli), diventato, a distanza di qualche anno, lui stesso, in qualche modo, vittima del suo stesso gesto, finendo i suoi giorni consumato forse da un'overdose, o forse da una brutta malattia, come disse qualcuno; ci fu il divieto di esporre striscioni considerati "violenti" (ricordo, ad esempio, che "Potere Nerazzurro" diventò ben presto "Milano Nerazzurra", mentre le Brigate Rossonere, nonostante il veto, continuarono coerentemente a conservare il nome, arrivando però a "coprire" il teschio, simbolo del Gruppo, con una bandiera, segnatamente quella inglese, che, il piu' delle volte, si alzava a causa del vento ...).
Venne bandito l'ingresso allo stadio dei tamburi, per qualche tempo i controlli furono abbastanza rigorosi, ma poi, pian piano, si tornò alla "normalità", in tutti i sensi .... La storia del tifo calcistico nazionale è lì a dimostrarlo, in più modi ed a più riprese, non è il caso qui di ricordare come, chi vuole ne tragga le sue conclusioni. Di certo, da quella domenica, il nostro gioco più amato cominciò a subire nel tempo innumerevoli scempi, di ogni tipo, anche da parte di chi con questo sport ha poco o nulla in comune, ma che vede nel lucro indiscriminato la propria fonte primaria. Il conseguente risultato è sotto gli occhi di tutti, e questo, per chi è cresciuto, come la mia generazione, a pane e pallone, fa male, veramente, ma questa è un'altra storia. " (Colombo Labate, Maglia Rossonera )
Contemporanamente, a Roma, si sarebbe giocato Roma-Lazio, il derby Capitolino. Quello era un periodo in cui le rivalità calcistiche e campanilistiche si fondevano, o si confondevano, con le rivalità di piazza, molte situazioni risultavano essere esacerbate da un clima particolare che si respirava in quegli anni, e lo stadio non faceva certo eccezione, anzi ...
D'altronde noi italiani siamo sempre stati un popolo diviso a metà, guelfi e ghibellini, rossi o neri, Coppi o Bartali, Mazzola o Rivera, Milan o Inter, fa parte della nostra storia, del nostro modo di essere ... Spesso allo stadio si andava armati (non solo di un' incrollabile fede calcistica, ma anche di qualcosa di più pesante ..). E i 2 derby in questione erano appunto stati -prima dell'inizio delle partite- teatro di scontri tra le opposte tifoserie, a Milano vennero sequestrati anche bastoni, molotov, estintori ed una pistola lanciarazzi, con un arresto e qualche fermo. Era, quella, una giornata cupa, nuvolosa, un po' su tutta l'Italia, quasi come fosse un presagio ... Sintonizzatomi su "Tutto il calcio minuto per minuto", ricordo che il primo collegamento, prima dell'inizio delle partite, fu appunto dallo Stadio Olimpico di Roma, e Claudio Ferretti, con voce sommessa, raccontava l'accaduto: poco prima, un tifoso biancazzurro di 33 anni, Vincenzo Paparelli, sistemato in Curva Nord assieme alla moglie Wanda in attesa di assistere all'incontro, fu centrato in pieno volto da un razzo lanciato dalla curva opposta, la Curva Sud romanista, per mano di Giovanni Fiorillo, detto "Zigano", un ultrà giallorosso di 18 anni.
Ricordo le notizie susseguirsi in modo frammentario, quasi confuso, finchè non arrivò purtroppo la conferma del decesso del povero Vincenzo. Da qui in poi, l'aspetto sportivo di quel giorno fu, per me come per moltissimi altri, credo, letteralmente cancellato, e quasi non riuscii a seguire l'evolversi degli incontri, talmente rimasi colpito ... Il derby romano si giocò comunque (nonostante dalla Curva laziale arrivassero a piu' riprese segnali contrari), ma non fu partita vera, e anche a San Siro, giunto l'eco di quanto accaduto, si viveva un clima particolare. A tutto questo ne coseguì la quasi disperata latitanza di Fiorillo (il quale tentò poi in tutti i modi di chiedere scusa alla famiglia Paparelli), diventato, a distanza di qualche anno, lui stesso, in qualche modo, vittima del suo stesso gesto, finendo i suoi giorni consumato forse da un'overdose, o forse da una brutta malattia, come disse qualcuno; ci fu il divieto di esporre striscioni considerati "violenti" (ricordo, ad esempio, che "Potere Nerazzurro" diventò ben presto "Milano Nerazzurra", mentre le Brigate Rossonere, nonostante il veto, continuarono coerentemente a conservare il nome, arrivando però a "coprire" il teschio, simbolo del Gruppo, con una bandiera, segnatamente quella inglese, che, il piu' delle volte, si alzava a causa del vento ...).
Venne bandito l'ingresso allo stadio dei tamburi, per qualche tempo i controlli furono abbastanza rigorosi, ma poi, pian piano, si tornò alla "normalità", in tutti i sensi .... La storia del tifo calcistico nazionale è lì a dimostrarlo, in più modi ed a più riprese, non è il caso qui di ricordare come, chi vuole ne tragga le sue conclusioni. Di certo, da quella domenica, il nostro gioco più amato cominciò a subire nel tempo innumerevoli scempi, di ogni tipo, anche da parte di chi con questo sport ha poco o nulla in comune, ma che vede nel lucro indiscriminato la propria fonte primaria. Il conseguente risultato è sotto gli occhi di tutti, e questo, per chi è cresciuto, come la mia generazione, a pane e pallone, fa male, veramente, ma questa è un'altra storia. " (Colombo Labate, Maglia Rossonera )
Una stagione importante e strana, quella che prese il via il 16 settembre 1979, caratterizzata da drammi, scandali, pochi gol e un gioco certamente non spettacolare. Nella stagione che segnò un importante giro di boa per il calcio italiano, vinse l'Inter di Eugenio Bersellini (detto il Sergente di ferro per la sua rigidità), ritornata allo scudetto dopo 9 anni e rinvigorita dai boom di Beccalossi e Altobelli: quest'ultimo, per un gol, perse il titolo di capocannoniere in favore di Bettega.
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